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Caltagirone, città della ceramica - Tutto nasce dalla ricchezza di argilla della zona. La facilità di reperire il materiale dà impulso alla lavorazione di manufatti di terracotta, soprattutto vasellame, che serve a rifornire l'intera regione. Questa diviene ben presto una delle principali attività della cittadina. Chi arriva a Caltagirone non può lasciarsi sfuggire una presenza che sembra accompagnare la città: la ceramica, che non solo troneggia all'interno dei negozi in un'euforia di vasi, piatti, suppellettili, ma abbellisce ponti, balaustre, facciate e balconi. E questo a testimonianza di un'arte che, in questa zona, è antica quasi quanto le origini della città.
Scala di S. Maria del Monte - La scala costituisce il punto di collegamento tra la città vecchia (superiore), sede nel '600 del potere religioso, e la parte nuova, ove invece erano raccolti gli edifici civili. Ai due lati si estendono i due vecchi quartieri di S. Giorgio e di S. Giacomo che racchiudono, nelle intricate viuzze, begli edifici religiosi. I 142 gradini in lava sono decorati, sull'alzata, da belle formelle in maiolica policroma che alternano motivi geometrici, floreali, decorativi e ispirati al mondo animale in un succedersi di reminiscenze arabe, normanne, spagnole, barocche e contemporanee. Una volta l'anno la scala brilla di fiammelle colorate che formano "quadri" ogni volta differenti: riccioli, volute, disegni floreali, figure femminili, o il più ricorrente simbolo della città, un'aquila con sul petto uno scudo crociato. Sono le notti di S. Giacomo, il 24 e 25 luglio, quando migliaia di lumini racchiusi in involucri rossi, gialli o verdi vengono disposti sulla scala ed accesi.
In cima alla scala. S. Maria del Monte, chiesa matrice, sede antica del potere religioso. All'altare maggiore si trova la Madonna di Conadomini.